Alcuni anni fa, in un momento molto difficile, ho preso la decisione più importante della mia vita.
“Se non sono in grado di capire che strada prendere, se ogni cosa che faccio non produce ciò che mi aspetto, allora da questo momento lascio fare alla Vita, che è più saggia di me.”
Oggi la mia vita è quella che desidero che sia.
E non è il risultato di una lotta ma di una grande resa.
Ho allargato le braccia e accolto, ho rimboccato le maniche e lavorato sodo.
In quel momento, quando ho fatto questa dichiarazione, ho sentito una grande pace, un senso di liberazione , come se si fosse fatto più spazio dentro di me.
Lo spazio dell’ascolto, lo spazio dell’accoglienza.
Non provavo più rabbia né risentimento per quello che stavo vivendo e che mi sembrava ingiusto.
Non era rassegnazione e passiva accettazione ma per me, sempre controllata e in controllo è stato un atto di fede, un gesto di umiltà che mi ha fatto sentire leggera e radicata allo stesso tempo.
Una decisione che mi ha permesso di fluire e di ascoltare maggiormente ciò che la Vita voleva da me anziché ciò che io credevo di volere dalla vita.
Frase che poi nel tempo ho sentito più e più volte detta da Cristobal Jodorowsky.
Ed è proprio subito dopo questo episodio che mi ha contattato dal Messico l’assistente di Cristòbal per chiedermi se ero interessata a collaborare ed organizzare in Italia il percorso Metamundo.
Non ho potuto che accettare, anche se con molte paure, dubbi ed incertezze , questa sincronicità come una risposta chiara e perfetta per quel momento.
Fino a quel momento avevo collaborato come co-organizzatrice di alcuni eventi di Cristobal Jodorowsky, a mala pena ci eravamo parlati.
Ero sola in quella decisione. Nessuno in quel momento mi ha seguito. Sono andata, contro tutto e tutti, anche contro la mia mente razionale.
Non so se sia stata la forza della disperazione o una vocazione.
Fatto sta che ho preso un fagotto e come “Le Mat” e ho cambiato casa , città e vita.
Sono andata senza quasi nulla se non con una grande determinazione e tanta forza di volontà.
Ho passato notti insonni a lavorare, a tradurre i testi di una lingua che non conoscevo, a visitare alberghi, sale, agriturismi adatti a dove far partire il tutto, a scrivere e rispondere a mail e telefonate, a comprare materiale, a comunicare sui social., acquistare biglietti aerei da un capo del mondo all’altro, prenotare, organizzare, far quadrare conti e bilanci, ordinare, organizzare, gestire gli imprevisti. Tutto da sola, in una casa ancora vuota, in una città meravigliosa ancora tutta da scoprire, con i sensi di colpa di una mamma (io) a cui era stato appena comunicato che sua figlia (la mia) era incinta, con un marito (il mio) che era rimasto a lavorare ed abitare nel vecchio paese della mia nascita.
Una splendida quanto rocambolesca avventura…e quando mi guardo indietro mi domando “ma come ho fatto?”
Impegno, fatica, lacrime, sonno perso, stanchezza infinita e poi tanta e tanta soddisfazione, crescita, evoluzione.