“Ogni bambino ha la sua ferita che è la sorgente del suo potere (…)” finisce con questa frase “Supersex”, la serie Netflix che esplora la vita di Antonio Rocco Tano, un biopic ben fatto e tutt’altro che superficiale ispirato alle vicissitudini, dall’infanzia ad oggi, che l’hanno portato a diventare Rocco Siffredi. Ogni puntata offre spunti di riflessione su come le scelte e il destino si intreccino .
Il racconto è aderente a ciò che è realmente accaduto tranne per alcune licenze utili alla narrazione filmistica, ho così guardato altre interviste dove venivano approfonditi alcuni temi per me interessanti per avere un quadro il più completo possibile da un punto di vista psicogenealogico.
Alla sua nascita viene chiamato Antonio, dopo solo due settimane muore “per amore” suo zio Rocco . Questo evento tragico spinge la madre ad andare all’anagrafe per cercare di cambiargli nome in Rocco Antonio Tano ma in famiglia viene chiamato solo Rocco (il nome Antonio venne poi dato a un altro fratello) .
Da un punto di vista genealogico si potrebbe essere presenti ad un tentativo inconscio, da parte di Rocco, di riparare alla morte dello zio, negando le relazioni in cui provava questo sentimento. Come se si fosse instaurato il seguente programma: “se amo muoio, se faccio sesso mi sento vivo“.
Sottolineando un intricato legame tra amore, perdita e identità che permea la vita di Rocco Siffredi.
Rocco infatti afferma di aver vissuto il sesso come una missione che diventa una forma di espressione e realizzazione personale.
Un altro evento traumatico segna la sua infanzia, suo fratello Claudio muore ancora bambino per una grave crisi epilettica conseguente ad una botta in testa, questo evento porta la madre a vivere nel dolore perenne fino alla sua scomparsa in un’età relativamente giovane. Rocco afferma che da quel tragico evento la madre ebbe sempre gli occhi lucidi e non si tolse mai più gli abiti neri.
In questo dolore famigliare dove la madre ha lo sguardo altrove, Rocco trova consolazione e potere all’interno del contesto in cui vive tra amichetti e rivali di cortile, in un giornaletto porno trovato casualmente in un momento cruciale.
Per Rocco diventa sempre più importante la relazione con la sessualità in un intricato intreccio di dolore e piacere.
La madre l’avrebbe voluto prete e nonostante l’intenso legame con lei e il giuramento di farla felice, rimase per poco tempo nei chierichietti, sentiva già da allora che non era quella la sua strada.
Alcuni anni dopo decide infatti di raggiungere suo fratello a Parigi e iniziare, dopo una breve parentesi come fotomodello, la carriera nel porno, non per soldi ma per passione.
Una svolta decisiva fu quando rinunciò al suo cognome facendo metaforicamente morire il vecchio sè per diventare a tutti gli effetti solo e solamente Rocco Siffredi. Da questo momento non distingue più la professione dalla vita privata, proprio perchè considerava quella strada la sua vocazione, consapevole di quanto stava rinunciando a livello di legami famigliari e dovendo affrontare giudizi e pregiudizi sociali.
Rinunciare al proprio cognome per abbracciare totalmente quello che lui ha considerato un destino oltre che una scelta è un atto di coraggio e consapevolezza. Rocco Siffredi sceglie di percorrere il suo cammino eroico, affrontando le sfide e i sacrifici che gli riserva. Il suo viaggio non è solo una serie di avventure sessuali, ma un’odissea interiore verso la comprensione di sé.
Considera il porno come la realizzazione di sé stesso, la possibilità di aiutare la famiglia dichiarando anche che se non avesse trovato questa via sarebbe stato fondamentalmente e profondamente depresso avendo un’indole altamente sensibile
In questo suo viaggio è riuscito nel tempo a ricontattare quella parte negata, quell’amore in una relazione intima e duratura con una donna, la mdre dei suoi figli e a superare con estrema difficoltà la dipendenza dal sesso, che descrive come la parte oscura da cui era governato.
Un altro passaggio fondamentale è quando la morte della madre si sta avvicinando e decide di tornare al paese di nascita, non rinnegando le proprie radici e riuscendo a separare se stesso come persona dal personaggio, può mostrare la sua vulnerabilità.
Sente che la madre ha accettato le sue scelte e ancora una volta Eros e Tanatos si abbracciano in latre due occasioni, la prima ad un giorno dal funerale dmentre viene consolato da una amica settantenne della madre ha un’erezione e successivamente quando decide di portare e provare il dolore della madre e decide di farsi circoncidere senza anestesia. Poco tempo dopo dopo anche il padre, presente tra il pubblico durante una premiazione gli rivolge queste parole : ” “E io che potevo morire senza aver visto tutto questo, adesso ho capito”. In quel preciso istante, finalmente Rocco Siffredi si vede visto e riconosciuto dal padre.
In definitiva, l’analisi psicogenealogica di Rocco Siffredi rivela un viaggio complesso e ricco di significati, in cui le ferite del passato si trasformano in consapevolezza. Il suo percorso non è privo di conflitti e contraddizioni, ma è proprio attraverso la sua lotta interiore che emerge la sua vera forza. Rocco Siffredi non è solo una leggenda del cinema per adulti, ma un individuo che incarna la complessità umana e il potere della trasformazione personale.